Era la Terra un mostro di squame e fauci,
minaccioso di lava e cavalli imbizzarriti
sullo sterminato suolo ora piatto, ora quadrato
sprofondato in un orrido pozzo di fosse e detriti.
Sommi geni lo concepirono pianeta
di roccia con forma quasi a sfera.
Era la Terra divino capolavoro
custodito nell'oro di solare moneta.
Corpo d'acqua e continenti contrapposti
su due fronti di vite aliene una all'altra, guerra
di marinai sbattuti che ai primi orizzonti
fermi gridavano a cuore aperto "Terra, terra!".
Terra mineraria, gassosa, cava
di tufo e granito, di polvere e argento,
brillante di sale e vasta di praterie.
Terra di sciamani che divinavano il vento.
Uomini di terracotta la smuovevano,
donne di pietra la lievitavano come pane,
soffiavano sul cotone e lo intrecciavano in centrini.
Terra di volti carsici e corallini.
Era la Terra una biglia vacua e liquida,
palla di vetro con dentro per gioco
balene fluttuanti sotto la neve.
Ma venne una pioggia di fuoco:
tremò la Terra con i suoi giganti
i calamari e i vulcani, i bambini
annegarono con le madri urlanti
e i tiranni insieme ai loro soldatini.
Cascò lieve per miglia e miglia
nell'abisso girando in tondo
l'astro dissolto chiamato Mondo.
Era la Terra una meraviglia.