giovedì 27 gennaio 2011

Alla vigilia dell'occupazione

Nei mesi che precedettero il suo arresto e la deportazione ad Auschwitz, Irène Némirovsky scrisse febbrilmente le prime due parti di un'opera che doveva comporsi di cinque volumi. Quei primi due volumi sono riuniti in Suite francese, che si apre con la fuga in massa dei parigini alla vigilia dell'occupazione.

"Malgrado la stanchezza, la fame, la preoccupazione, Maurice Michaud non si sentiva troppo infelice. Aveva una struttura mentale particolare, non attribuiva molta importanza alla propria persona: non era, ai suoi occhi, quella creatura rara e insostituibile che ogni uomo vede quando pensa a se stesso. Per quei compagni di sventura provava pietà, ma una pietà lucida e fredda. Dopo tutto, pensava, queste grandi migrazioni umane sembrano governate da leggi naturali. Certi periodici spostamenti di massa probabilmente sono necessari alle popolazioni come la transumanza lo è per le greggi. E trovava in questo uno strano conforto. Quella gente intorno a lui credeva che la sorte si accanisse in particolare su di loro, sulla loro disgraziata generazione, ma lui ricordava che gli esodi si erano sempre verificati, in ogni periodo. Quanti uomini erano caduti su quella terra (come su tutte le terre del mondo) piangendo lacrime di sangue, fuggendo il nemico, lasciando città in fiamme, stringendosi al petto i figli..."

Irène Némirovsky, Suite francese
(trad. Laura Frausin Guarino)
Ed. Adelphi