martedì 4 gennaio 2011

Taralli inzuppati in mare

È in quest’acqua lieta, e non in quella imbronciata, che bisogna inzuppare i ‘taralli’. Si tratta di ciambellette con strutto e pepe, localmente famose, alle quali la salsedine marina conferisce un sapore anche più allegro, persuasivo, starei per dire ondulante come il moto stesso della barca. I ‘taralli’ si mangiano appunto in canotto, abbandonando i remi, fissando per esempio le case di Margellina che fremono e pulsano come se fossero dipinte su una camicetta. Ora un mare che si è mangiato tante volte nei ‘taralli’, nei molluschi e nei crostacei più complicati ed eccitanti, qualcosa deve aver lasciato nel nostro sangue. Certi giorni basta uno scroscio di fontana, una fuga di nuvole, un soffio di scirocco, a far battere questo mare nei nostri polsi, mentre le dita istintivamente si incurvano come sulla impugnatura di un remo.”

Giuseppe Marotta, L’oro di Napoli