martedì 4 gennaio 2011

Spaghetti asciugati al sole

Visitai e non visitai, in Liguria, un grande pastificio. […]
Gli spaghetti. (Non so spiegarmi. Fui, di colpo, un veterano quando vede la bandiera.) […] Non erano nel 1912 a Napoli con me? Avevo dieci anni e gli spaghetti stavano in pochi metri di terrazza, su pertiche, ad asciugarsi al sole. Parevano una pianta; nei vicini giardinetti le viti ne ripetevano il motivo […]
Chi entra in Paradiso da una porta non è nato a Napoli, noi il nostro ingresso nel palazzo dei palazzi lo facciamo scostando delicatamente una tendina di spaghetti. Fummo allattati in fretta, mentre cuocevano gli spaghetti; subito le nostre mamme ci staccavano dal seno e ci mettevano in bocca un frammento di spaghetto; prima lo avevano deterso, con le loro labbra, da ragù […]
[…] sono il cibo ideale per chi ha sfacchinato dalla mattina alla sera e non ne può più; sono gli spaghetti all’aglio e all’olio.
[…] conditeli, per le veglie funebri, di sola ricotta. […] Sulla matassa degli spaghetti il castissimo triangolo di ricotta splende; l’uomo lo frantuma con la forchetta, tutto è bianco nel suo piatto e nel suo cuore […]

Giuseppe Marotta, L'oro di Napoli