mercoledì 27 ottobre 2010

Centri commerciali

Mi dico che i centri commerciali moriranno, che la moda passerà... Amici più disincantati mi deridono e mi preannunciano un'invasione di centri commerciali su tutto il territorio, una rapida espansione nel sud del Paese.
Io ribatto che no, non è possibile che la bruttura avanzi, che la gente passi le ore libere in un prefabbricato illuminato al neon a mangiare nei fast-food in franchising e a cercare offerte per riempire le case di cose.

Ma se proprio non possiamo evitare la sciagura, allora cerchiamo di rendere i centri commerciali esteticamente più gradevoli e differenziati. So che è una questione di costi, di riproducibilità (di spazi e di esperienze). Ma un altro modello non è possibile? Non c'è alcun investitore malato di grandeur o visionario che sogni un centro di aggregazione meno alienante?

Ognuno di noi ha colpa. Per difetto di consapevolezza. Non ci accorgiamo neppure del fatto che sono sparite le librerie "verticali", quelle piccole e traboccanti di volumi arrampicati sino al soffitto, con le scalette a chiocciola per accedere al magazzino. Noi siamo stati educati all'open space, a spianare lo sguardo sulle merci. Le librerie gigantesche, come Fnac e Mondadori, danno l'impressione di poter dominare i prodotti a disposizione e sbattono sotto gli occhi una molteplicità di offerte a cui non si può dire di no; così funzionano i centri commerciali, che per questo hanno bisogno di grandi superfici in località periferiche.

Ci stiamo impigrendo: non abbiamo voglia di spulciare, di cercare, di chiedere ai commessi, di visitare diversi negozi per fare la spesa. Vogliamo posti che ci vengano incontro con tutto il necessario, e che ci intrattengano. Crediamo così, sbagliando, di stancarci meno e di spendere meno: invece dobbiamo coprire le distanze, stare in coda, e il volume di acquisti è maggiore.

Amici disincantati, io continuo ad auspicare la salvezza dei negozietti sotto casa o un modello alternativo di centro commerciale (o entrambe le cose).

Del resto la recessione è un bene e ci insegnerà che l'euforia consumistica era un'illusione.