Ci sono madri che non perdono occasione per sminuire le figlie ("guarda come sei ingrassata", "che capelli lanosi hai", "i tuoi figli stanno meglio qui con me che con te") e ci sono figlie che impiegano una vita per riscattarsi.
Sono, le une e le altre, donne inconsapevoli, vittime di un gioco sporco e sciocco, di reazioni elementari. Che ne è di noi se le madri diventano suocere? Sento certi discorsi: madri italiane che fanno a gara con le figlie per avere l'amore dei nipoti, per essere più madri delle madri, per difendere un primato, per stirare il grembiulino meglio, che corrompono con caramelle; madri che riescono a mettere un morboso disprezzo in una sola parola, in una piega precisa della bocca.
Donne, leggete i miti e liberatevi, liberatevi. Madri, questo dovete fare: accarezzare i capelli di vostra figlia, dirle quant'è bella, dirle che sperate per lei un amore dolce, e dirle soprattutto che è una brava mamma.
Due generazioni si consumano così: la madre proiettando le mancanze sulla figlia, questa chiedendosene la ragione e cercando liberazione.