martedì 5 ottobre 2010

Voi che ci costringete a sentirci nostalgici

Voi che acquistate i libri alla Fnac, voi che comprate i formaggi al supermercato, voi che vi procurate i quaderni al centro commerciale: voi scavate la fossa ai vecchi librai amanti del libro, ai formidabili pizzicagnoli amanti del formaggio, ai cartolai adoratori di quaderni 100 g, di gomme e colle e matite italiane, voi boicottate le botteghe, gli artigiani, le caramellerie, le cicchetterie, e costringete noi amanti di profumi e aromi, noi difensori della passione professionale, del fruscio della carta da alimenti, delle vecchie bilance, a sentirci nostalgici; ci condannate alla plastica made in China, al formaggio industriale, ai cornetti surgelati, all'indifferenziazione negli acquisti, nel gusto, nell'esperienza. Dipende questo dal nostro diminuito potere d'acquisto, siamo veramente costretti ad acquistare nei grossi centri per comprare più cose con gli stessi denari? La portata della ricchezza è sempre la stessa: se lo Stato non agisce, non sostiene, non fa seria politica, non si crea nuova ricchezza né lavoro, perciò quando un centro commerciale assume giovani, in realtà sta causando il fallimento di altri commercianti; quando vende la verdura sottocosto, sta costringendo alla fame i contadini, oppure sta mettendo sui banchi frutta insapore e di esotica provenienza. E noi attraverso i nostri acquisti contribuiamo a questa impari distribuzione della ricchezza, facciamo chiudere i piccoli commercianti e, soprattutto, impoveriamo noi stessi derubandoci della qualità e della bellezza delle cose fatte bene. Amici di Lamezia Terme mi fanno sapere che in un centro commerciale hanno aperto un multisala e un asilo e che vi si possono festeggiare i compleanni dei bambini. Orrore!